Termini anglosassoni spesso usati come sinonimo di “escursionismo”, ma che nel mondo anglosassone servono a designare due forme diverse di escursionismo.
I termini anglosassoni “hiking” e “trekking” vengono da taluni usati indifferentemente come sinonimo di “escursionismo”. In realtà, nel mondo anglosassone designano due forme diverse di escursionismo.
- Hiking si applica alle escursioni in giornata;
- Trekking si applica, invece, a itinerari escursionistici di una certa lunghezza, che durano diversi giorni e che implicano più tappe in rifugi o ostelli, in albergo o in tenda, per riposare e rifocillarsi.
Sono hike le escursioni in giornata con andata e ritorno ad una meta ben definita (un rifugio, un lago, un colle, una cima, ecc) e i un giri ad anello di un giorno, che collegano diversi luoghi, ritornando al punto di partenza.
Sono trekking il Tour du Mont Blanc, itinerari escursionistici di più giorni sulle alte vie (Alte Vie della Valle d’Aosta, Alta Via della Valmalenco, Alte Vie delle Dolomiti, ecc) o lungo i cammini storici (Cammino di Santiago di Compostela, Via Francigena, Via degli Abati, Via degli Dei, ecc). Trekking classici e mitici sono gli itinerari escursionistici in Nepal, attorno ai giganti dell’Himalaia.
La distinzione può sembrare complicata e pretestuosa. In realtà, è molto pratica e strettamente correlata alle caratteristiche specifiche di questi due modi di fare escursionismo. Caratteristiche che riguardano l’attrezzatura, l’impegno organizzativo richiesto e l’importanza di un allenamento specifico.
Ecco qualche esempio.
Chi fa un hike, può spingersi a quote e in ambienti inusuali o poco opportuni per chi fa trekking. E questo comporta, una leggerezza e un’attrezzatura diversa rispetto a chi fa trekking.
Chi fa un trekking, dovendo stare via per più giorni, avrà l’esigenza di trasportare indumenti di ricambio e materiale per il pernottamento che non serve per le escursioni in giornata. Quindi, dovrà allenarsi a trasportare carichi notevoli sulle spalle. Camminando per vari giorni consecutivi, chi fa trekking dovrà abituare le mani a impugnare i bastoncini e irrobustire la cute dei piedi per scongiurare le vesciche. Inoltre, l’esigenza di disporre di luoghi opportuni dove fare tappa impone a chi fa trekking una adeguata programmazione dei pernottamenti.
Origini del termine "trekking"
“Hike” e “hiking” sono i termini inglesi originari per “escursione” ed “escursionismo”. “Trekking”, invece, è un’espressione più recente, che deriverebbe dall’inglesizzazione di una espressione “afrikaner”.
Se interroghiamo online l’AI, ci spiegherà che il termine risale alla storia coloniale del Sud Africa.
Tra il 1830 e il 1840, i coloni Boeri (Vortrekker), esasperati dall’invadenza britannica, cominciarono a spostarsi verso N su carri trainati da buoi, lungo tragitti di più giorni, che li portarono a occupare i territori del Natal, dell’Orange e del Transvaal. Questi viaggi migratori vennero denominati “Great Trek”. Da essi gli inglesi trassero spunto per coniare il termine “trekking” (fare trek), per designare quelle escursioni che comportano spostamenti con distanze e durata notevoli.